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TUTTO PREVISTO, SIGNORI...

E' con contenuta spocchia ed un sottile velo di tristezza che vi esorto a leggere l'articolo da me scritto nel giugno dell'anno scorso "Le forbici del professore ed i nuovi trasformismi" in cui prevedevo la crisi del governo e come avrebbe sciolto "on the fly" i nodi.

Già allora l'emiciclo parlamentare presentava le problematiche che hanno determinato la crisi politica che ha causato le dimissioni di un governo senza né arte né parte.

Da uomo di centrodestra (quale sono) devo sottolineare che l'atto di presentare le proprie dimissioni è stato da parte di Prodi un gesto di coerenza non costituzionalmente dovuto ma moralmente apprezzabile. Certo è che la metà dell'operato d'un governo è rappresentato dalla conduzione d'una politica estera che deve essere chiara e lineare ed i governi sinistroidi hanno già dimostrato di non essere in grado di programmare un bel niente.

Prodi era e rimane un generale senza esercito, un condottiero condotto dalle visioni distorte del mondo dell'estrema sinistra. L'ala rivoluzionaria del nostro parlamento (che vive di antiamericanismo, di antiberlusconismo e di un europeismo blando) è un mattone legato al piede dello scarso nuotatore Prodi. Egli gestisce con difficoltà una maggioranza che maggioranza non è, soprattutto nei momenti topici, vale a dire quando dovrebbe dimostrare al Paese ed al mondo di essere granitica e senza macchia.

La fortuna politica di questo governo è quello di avere un'opposizione coerente con sé stessa e con il proprio passato. Il centrodestra vota favorevolmente i finanziamenti delle varie missioni all'estero poiché prosegue coerentemente con le decisioni prese durante il quinquennio berlusconiano. Se ciò non avvenisse Prodi "andrebbe sotto" regolarmente al senato determinando di frequente nuove crisi.

L'Italia ha sempre la priorità, Berlusconi ed i suoi lo hanno capito e, rispettando il patto di lealtà siglato con gli elettori, evitano di scegliere vie facili come questa per far cadere il governo. Ma non è accettabile vedere il serafico presidente del consiglio che, col fare serafico tipicamente suo, di fronte ai microfoni dei cronisti mostra tranquillità ed ingiustificata serenità sugli eventi avvenuti e da accadere.

Giorni di fuoco, quelli appena trascorsi.

Poteva essere una votazione come tante altre, ma il ministro degli esteri D'Alema ha voluto appesantirlo ingiustificatamente come un aut-aut. Come già in passato è accaduto i pallottolieri rossi non sono stai ben calibrati e un paio di defaillance hanno causato le (giuste) dimissioni di Prodi. Qualche balzello, qualche promessa, qualche taglia e cuci fatto in fretta e furia sul programma, qualche acquisto all'opposizione (di Follini ovviamente non posso parlare in questa sede, tante sono le cose che vorrei dire sul suo conto) et voilà, un Prodi bis novo di zecca è stato sfornato.

A sinistra tutti ora abbassano le orecchie, tutti hanno sentito lungo la schiena il brivido freddo della scon***** scorrere inesorabile. Allora il nostro pacioso dall' Emilia non ha fatto altro che alzare un pò la voce, fare il cattivo e rimettere al passo giusto i soldati del suo plotone. Ora sì che son belli, tutti irreggimentati, coi menti alti, petto in fuori e braccia tese.

Certo è che non appena il nostro morbido eroe si volterà per un istante la sua truppaglia ricomincerà a fare baccano ed a disunirsi come dopotutto sempre è avvenuto fino ad oggi.